2012
 
 
28 marzo: Paesana - colle di Gilba
 
 

Prendono il via in forte ritardo e non senza fatica le iniziative ufficiali del gruppo, inaugurando quello che verosimilmente sarà l'ultimo anno di attività. Non è un caso se, dopo quella che verrà ricordata come "la gita fantasma", si riprende proprio con una infrabike, per un tentativo di collage di tracce e ravanamenti.

Non dimentichi delle buone abitudini, eccoci subito a inaugurare una nuova bici, la Specialized FSR EVO 2012 di PaoloR.

Già avviati in salita, ci raggiunge al volo Susanna; siamo nel suo territorio!

Lungo gradevole approccio nel bosco; si pedala allegramente, ma non si fa un metro di dislivello.


Quando attacca la salita, scatta il panico: la traccia che seguiamo è una discesa dell'Iron bike e un buontempone di cui tacciamo il nome, ha avuto la brillante idea di tracciarla al contrario.

Il muro non è lungo, per fortuna.

Si riprende su comoda sterrata, nei pressi della cappelletta di S.Bernardo.

Si sale senza problemi fino a Pasturel, poi impattiamo con un cambio di pendenza brutale, cui seguirà un peggioramento del fondo. Incrociamo alcuni bikers, che ci faranno pensare di aver sbagliato direzione anche stavolta.

La familiare sagoma del Monviso, che appare all'orizzonte, ci potrebbe essere di conforto, se non avessimo la vista annebbiata.

Alzandosi di quota, si riprende fiato.

Sfioriamo la neve, contenti di aver azzeccato la giornata; una settimana prima saremmo tornati sui nostri passi.

Raggiungiamo senza problemi la meta, il colle di Gilba.

Per riprendersi dalla dura salita appena terminata, Mauro non esita a ricorrere al doping più sfacciato.

Attaccando la discesa, ci viene in mente che forse avremmo potuto aspettare un'altra settimana per questo giro!

In breve però si torna in sella; il sentiero si rivela divertente e poco difficoltoso, oltrechè in buono stato.


Di discesa però se ne fa poca, trattandosi perlopiù di un lungo traverso.

Alcuni guadi e qualche passaggio roccioso o innevato costringono a mettere il piede a terra.



Breve pausa al rifugio Bertorello, inaspettatamente aperto.

Scendendo nel vallone del Croesio, tentiamo a memoria delle varianti allo stradone; sulla prima veniamo depistati da alcuni locals falsamente collaboranti, sulla seconda scopriamo come si possa trasformare un antico sentiero in una discarica. Qualcuno getta la spugna, e si finisce ingloriosamente su asfalto.

Finalmente una bella pedalata in montagna, anche se la gita non è stata di quelle memorabili. Brindiamo alla prossima.