
Infrabike priva di mete dal nome altisonante, e che raccoglie un totale di 2 partecipanti, nonostante la bella giornata. Partiti da Corio, dopo una tranquilla e gradevole salita su bitume, si passa a pedalare su sterrata, in zona ombreggiata.

Scarse ma inquietanti tracce di attività umana, in questo versante della valle.

Dopo poco la strada si impenna decisamente, lasciando pochissime possibilità di rifiatare.

Usciamo allo scoperto, e la pedala diventa più gratificante, nonostante la fatica non indifferente.

Ci alziamo velocemente di quota, e finiamo nelle nuvole, trasportate da fortissime correnti ascensionali.

Superiamo il rifugio (chiuso); la pendenza cala, ma il fondo peggiora. Durerà poco.

A quota 1830 la strada termina, e prende il via il portage per arrivare in cresta. Si tratta di un sentiero a tratti poco visibile, e nemmeno tanto agevole.

Raggiunta faticosamente la cresta, ci si presentano alcuni tratti pedalabili.

Altri meno.

Ancora una sessione a pedali, e poi un ultimo brevissimo tratto di spallaggio...

...per raggiungere la vetta, dove reincontriamo la madonna già vista prima, più volte.

La temperatura è crollata, e la visibiltà pure. Ciònonostante decidiamo di sperimentare il sentiero che scende verso la val Soana, definito "balcone" sulle carte.

Grazie anche al GPS, seguiamo la traccia che si rivela molto impegnativa, per pendenza e fondo irregolare e insidioso.

Diversi tratti costringono a mettere il piede a terra. Ma che razza di balconi hanno nel canavese?

Si prosegue "a sorti alterne", per lunghissimo tratto in cresta, decisamente suggestivo, nonostante la visibiltà alternata.

Arriviamo in un modo o nell'altro al san Bernardo di Mares, dove ritroviamo l'agognata strada sterrata. Purtroppo però siamo in val Soana, nel canavese, e le nostre auto sono nelle valli di Lanzo!

Valutiamo attentamente la percorribilità di un paio di sentieri che ci consentirebbero di rientrare senza pedere troppo dislivello, ma il rischio di scarpinare con la bici a spalle per enne ore è troppo alto, diciamo molto prossimo alla certezza; decidiamo quindi di scendere a valle, per rientrare a Corio pedalando.

Attraversiamo per asfalto la zona siderurgica del canavese, nel quale riusciamo ad individuare qualche valido taglio per boschi.

Rientriamo non senza faticare alle auto, dove ci aspetta l'urgente pratica di reidratazione. Il monte Soglio è archiviato, forse per sempre!