2010
 
 
30 agosto: Terme di Valdieri - laghi di Fremamorta
 
 

Ancora una infrabike di lusso, che raccoglie pochi volontari (quattro) per un giro in alta valle Gesso.

Partiti dalle Terme con temperatura ad una cifra, ci scaldiamo sulla bella sterrata che si innalza a tornanti, piuttosto gradevole, con qualche tratto molto sconnesso.

Raggiungiamo la piana di Valasco, dove possiamo ammirare la ex casa di caccia, ora diventata un bel rifugio.

Riprendiamo la salita sulla strada, sempre più sconnessa.

A un certo punto la sterrata si riduce ad un sentiero, ripido e a tratti così sconnesso da non poter essere pedalato. Ovviamente non lasciamo nulla di intentato, tanto il cardio frequenzimetro non ce lo abbiamo.

Naturalmente troviamo tutte le scuse possibili per fermarci a riprendere fiato.

Usciamo allo scoperto, e il fondo finalmente migliora.

Tuttavia è sempre richiesta una guida attenta!

Passiamo anche in un foro.

Salita e ambiente entusiasmanti, ma c'è da faticare!


Siamo al lago di Valscura. Proseguiamo.

Brevissimo tratto di portage...

...ed eccoci al clou della gita, l'opera d'arte su cui ogni biker che si rispetti dovrebbe posare le ruote almeno una volta nella vita.

Inevitabile un pensiero ed un saluto a Guido Ragazzini, che con il suo libro (vedi biblioteca) e con quella copertina, ha fatto sognare una generazione di bikers appassionati di montagna.

Superiamo anche il lago Claus.

Al bivio per il rifugio Questa ci dividiamo, proseguiamo in tre.

Scendiamo per un pò.

Uno dei pochi tratti scorrevoli; per il resto, pietraie a volontà. Senza una bici biammortizzata, qui ci si diverte poco.




Arriviamo al bivio per il colletto di Valasco; da qui si sale, e per un bel pezzo senza riuscire a pedalare, per via della pendenza ma soprattutto del fondo.

Avvistato il colletto, riusciamo a far di nuovo girare i pedali, sempre con molta fatica.

Gli animali si accorgono della nostra andatura fiacca, e capiscono che non possiamo essere un pericolo.

Colletto di Valasco: si apre una veduta spettacolare sul primo lago di Fremamorta. Tocca scendere, però.

Con un saliscendi sempre molto duro e a tratti non ciclabile, raggiungiamo il secondo lago.

Al terzo lago ci fermiamo: la missione è compiuta.

Rientriamo al colletto con le ovvie risalite.

Partiamo per la discesa definitiva, sulla strada dell'andata.


Raggiunto il bivio di quota 2100 ci buttiamo su un sentiero che punta sulla piana di Valasco, che avevamo adocchiato durante la salita sull'altro versante.

Dopo una prima parte difficile ma ciclabile, tocca fare qualche tratto a piedi.

Verso la fine si rimonta in sella, ma a questo punto va bene tutto: siamo a corto di liquidi e di solidi, e il sole è ormai tramontato da un pezzo. La temperatura tornata a numeri con una cifra.

Planiamo alfine sulla piana di Valasco.

Raggiungiamo le Terme sulla veloce sterrata, e ci rifugiamo al caldo nell'unico locale disponibile. Una birrettina, un panino o un piatto di minestra: in chiusura di una gita dura ma straordinaria come questa speravamo in quacosa di meglio, ma ci rifaremo in un altra occasione.